Questo testo è stato tratto da una publicazione del 1976 dell'autore Bonfiglio Antonino.


Il Paese Nativo dei Santi
ALFIO - FILADELFO E CIRINO

Nelle Puglie vi è un villaggio di un migliaio di abitanti i quali attorniano con le loro case la Chiesa dei Tre Santi Fratelli, nel Comune di Poggiardo, in provincia di Lecce, di nome Vaste.

Ai tempi dei Santi era una grande città chiamata "Città dei Prefetti" Basta o Vastanis.

Vi fu un errore di copiatura di un emanuense attraverso i secoli che invece di copiare Bastanon o Vastanon scrisse Vasconon.

E quindi li fecero nativi della Guascogna in Francia e addirittura Spagnoli perché i Baschi passarono in Gallia dalla Spagna.

Era l'Aquitania romana dal 56 a. C. Prima fu abitata da Iberi. Augusto la estese sino al fiume Loira e, Carlo Magno nel 778 formò un Regno.

Non risulta in quella regione nessuna Città detta dei Prefetti. Le Prefetture furono istituite dai Romani solo in Italia.

Dagli atti risulta che i Santi risposero, e ciò e stato confermato dai Bollandisti: (in traduzione) "Venghiamo dalla regione dei Bastani, dalla città che dicesi dei Prefetti"

Plinio scrisse che Basta era nella Magna Grecia. I nomi di Alfio, Filadelfo e Cirino derivano dalla Grecia.

L'inviato di Roma Nigellione non fu mai in Aquitania.

Nel XVIII secolo i Bollantisti, dotti Gesuiti del Belgio, che esaminarono gli Atti di quasi tutti i Martiri Cristiani, fra cui quelle dei nostri Patroni di Lentini, scopersero l'errore della K invece della t, e diedero l'incarico a Papebrochio per l'esame del Menologio greco dell'Imperatore Basilio Perfirogenito del VII secolo, che attesta essere i Tre Fratelli nati in Italia.

Questa grande Città fu distrutta nel 1160 da Guglielmo il Malo, Re di Sicilia, dopo le insurrezioni nelle Puglie fomentate da Manuele I Comneno.

La popolazione fu frammentata in tanti piccoli centri e sempre ivi c'è stata la tradizione del culto ai Tre Santi Fratelli A1fio, Filadelfo e Cirino; martirizzati a Leontini da Tertullo Romano, sotto l'Impero di Gallo nel 253 d. C.

Nessuno mai ha indicato un paese o sito nelle Gallie.


La madre dei Santi - Santa Benedetta di Locuste
(Martire per la fede in Cristo)

Prima dei figli e del nipote, ai tempi dell'Imperatore Massimino, 234 - 243 d. C., fu arrestata a Vaste la madre dei nostri Santi Patroni: Benedetta di Locuste, moglie di un Principe chiamato Vitale, padre di quattro figli.

La primogenita fu madre del martire Erasmo, gli altri tre figli furono A1fio, nato nel 230 e quattro mesi d. C.; Filadelfo, dopo un anno e otto mesi dal primo; Cirino, dopo sedici mesi dal secondo.

La madre dei Santi Fratelli fu decapitata per la fede in Gesù Cristo e prima di morire disse dinanzi al popolo accorso da tutte le Puglie: "Sta scritto nel Vangelo che chi perderà la vita per Cristo in questo mondo, acquisterà la vita eterna nell'altro".


L'Imperatore Gallo succede a Decio
Arresto dei Santi Fratelli e Compagni

Nella casa di Vitale esisteva come un Cenacolo sotto la guida di un Sacerdote cristiano, Onesimo.

Ripresa la persecuzione pagana contro i Cristiani, fu mandato a Vaste un Proconsole, chiamato Nigellione, il quale fece arrestare Onesimo, i Tre Fratelli Alfio - Filadelfo e Cirino, il nipote Erasmo e altri 13 Discepoli.

Interrogati affermarono di essere Cristiani.

Furono in catene trasportati a Roma e rinchiusi nel Carcere Mamertino dove erano stati prigionieri i Santi Apostoli Pietro e Paolo che apparvero loro confortandoli.

Interrogati dal Prefetto Valeriano, figlio di Decio e che in seguito divenne Imperatore, confermarono la loro fede in Cristo.

Furono trasferiti a Pozzuoli da Diomede, vicino Napoli.


Martirio di Onesimo. Erasmo e 13 Compagni
a Pozzuoli

Il tiranno Diomede dopo vari interrogatori fece schiacciare Onesimo sotto un macigno, fece decapitare Erasmo (il nipote dei Tre Fratelli) e i tredici altri.

Lasciò in vita i Tre Fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino per tentare di farli abiurare.

Non riuscendovi li mandò in Sicilia dal Preside romano Tertullo, sotto scorta di 50 soldati capitanati da Silvano.

Il 25 agosto del 252 d. C. sbarcarono a Messina e dopo due ore furono avviati a Taormina, nella quale città in quei giorni trovavasi Tertullo.

Tertullo era un generale romano a riposo e aveva diverse dimore in Sicilia. Quella preferita era nel grandioso palazzo in Lentini che si elevava sulle grotte adibite a prigioni (fra cui la Grotta detta poi la " Grotta dei Santi", ove stettero prigionieri i Santi e altri martiri).

Tertullo interrogò i Tre Fratelli e dopo li avviò a Lentini sotto la scorta di 40 soldati capitanati da Mercurio.

La comitiva attraversò costeggiando l'Etna e fermandosi dove in seguito nacquero in onore dei Santi i paesi di Sant'Alfio e di Trecastagni.

La fine di agosto, di sera, giunsero a Catania e furono rinchiusi in un Carcere che oggi trovasi in una Chiesa di fronte all'ospedale Santa Marta, l'Immacolata ai Minoritelli. Ivi c'è una lapide in marmo e un quadro. Nel marmo: "Sanctorum Alphii - Philadelphi et Cyrini - Carcer". Nel quadro i Tre Fratelli e inoltre tre statue.

All'alba vennero avviati a Lentini.

Attraversarono il fiume Simeto ch'era in piena. Vi furono spinti da otto soldati fanatici pagani. I Santi lo passarono incolumi; ma gli otto soldati che li avevano spinti e li seguirono, annegarono.


A Lentini

Il 2 o 3 settembre 252 di Mercoledì la comitiva dei Santi Fratelli scortata dai 32 soldati giunse a Lentini nel luogo detto il Palmiere.

Leontini si presentò allo sguardo dei Tre Fratelli come la loro "Terra Promessa".

Ricca di palme, ulivi, viti, fiorente d'ogni verdura e di fiori; detta da Cicerone "Granaio di Roma".

Diodoro Siculo (90 - 20 a. C.), greco di nascita, menziona l'importanza di Leontini perché ivi contesero Sparta o Corinto contro Atene; Siracusa contro gli Jonici; Roma contro Siracusa; Cartagine ecc. con la risoluzione di storici avvenimenti. E' menzionata da Tucidite, da Polibio, da Cicerone.

Nell'Era dei Martiri Cristiani offerse al trionfo del Cristianesimo contro la schiavitù, migliaia di Martiri, che vanno nel numero solo dopo Roma.


Un miracolo e la conversione di 20 Soldati

Al Palmiere un giovinetto ebreo viene guarito dai Santi Fratelli. Venti Soldati, fra cui il Comandante Mercurio, si convertono alla fede e si spogliano delle armi. Avevano assistito a Mascali, oggi Sant'Alfio, al miracolo della caduta dal collo dei Santi delle travi legate con catene. Avevano visto gli otto soldati annegare, ecc.

Il Ministro di Tertullo, Alessandro fa trascinare i Santi e i 20 Soldati nel Carcere detto di poi la Grotta dei Santi.


Tecla e Giustina

Due Contesse di Lentini; Tecla paralitica da sei anni viene guarita dalla preghiera dei Tre Fratelli e assiste e nutrisce loro. La Provvidenza le risparmiò il martirio perché difesa da 500 Coloni beneficati e perché doveva costruire Tre Chiese e il Vescovado a Leontini. Morì il 10 - 1 - 264.

Giustina era cieca in un occhio e fu guarita da Sant'Alfio. Morì il 10 - 1 - 262, prima di Tecla.

Il primo Vescovo Alessandro detto Neofito morì a 80 anni, dopo 35 anni e 5 mesi di Vescovado, il 18 aprile.


Il martirio dei 20 Soldati

Nel dicembre del 252 Tertullo rientrò a Leontini e fece decollare i 20 Soldati lassù dove oggi vi e la Chiesa della Madonna della Catena.


Ebrei e fanciulli martiri

Presso Palagonia fece tagliare la testa a molti Ebrei convertiti e 7 fanciulli inneggianti alla fede di Cristo e ciò fu rinfacciato dai Tre Santi Fratelli a Tertullo.


Il 1O Maggio 253 d. C.
Il glorioso Martirio dei Tre Fratelli Alfio - Filadelfo e Cirino alla Fontana

Era un bel dì di Maggio, giorno 10 di Mercoledì. La sterminata piazza di Leontini era gremita di folla in attesa di un grande evento storico.

I Tre Fratelli venivano messi alla prova suprema dopo essere stati costretti a girare nudi e a piedi scalzi i colli e le vie della città di Leontini. Ecco il perché della Via dei Santi che il popolo percorre ogni anno nella notte dal 9 al 10 Maggio.

Nel Foro Tertullo, ammantato di Porpora, attorniato dai Consiglieri e da numerosi soldati romani, fece tradurre i Tre Fratelli.

A fianco al trono del Preside si erigeva una statua di una divinità pagana.

Tertullo invitò i Tre Fratelli ad incensare alla dea.

"0 vi piegate agli dei di Roma o presto sarete uccisi: Decidete!"

Sant'Alfio rispose per tutti!

"Noi siamo Cristiani!!! - Fa su di noi quello che tu vuoi, inventa strumenti di tortura; Noi saremo sempre fedeli a Gesù Cristo, Figlio di Dio vivente".

Filadelfo e Cirino confermarono quanto detto da Alfio.

"Nostra madre - essi dissero - ci ha dato l'esempio; essa è beata in Cielo; il maestro Onesimo, il nostro nipote Erasmo e altri 13 Compagni sono stati sacrificati a Pozzuoli; Mercurio e i suoi soldati decapitati da te o Tertullo; altri nelle contrade di Leontini; e noi dovremmo piegarci a te?"

Tertullo furente, si alza agitato, si consiglia coi suoi Consiglieri ed esclama:, "Nel nome dell'Imperatore di Roma, ordino di strappare la lingua ad Alfio e buttarla in quel pozzo aperto (ecco il nome di Chiesa della Fontana dove ancora sgorga un'acqua limpida e sempre viva bevuta dai fedeli); Filadelfo sia steso su quella graticola ardente, - Cirino sia tuffato nella caldaia bollente".

Mentre spiravano tutti videro Angeli del cielo portanti corone che posarono sulle teste dei Tre Santi Fratelli.

I corpi dei Tre furono nella notte depositati da Tecla e Giustina allo Strobilio ( pino ) dove veneriamo i Sepolcri.


Cleonico e Stratonico - martiri

Due giovani Leontinesi, Cleonico e Stratonico, presenti al sacrifizio gridarono contro il tiranno accusandolo di crudeltà.

Tertullo subito li fece arrestare e fece strappare la 1ingua anche a loro buttata in altri pozzi- (Vedere il quadro alla Fontana nell'altare a destra di chi entra in Chiesa).


Santa Epifana martire
nella conversione del marito Alessandro

Il Ministro di Tertullo, Alessandro, una notte vide nel Carcere dove stavano rinchiusi i Tre Santi Fratelli, una gran luce soprannaturale. Dal buco della serratura della porta scorse che Sant'Andrea Apostolo, sceso dal cielo, (confortava i Tre Santi. Poi vide Tecla e Giustina entrare nel carcere con riserve di viveri mentre le porte si aprivano da sole. Alessandro si convertì alla fede dei Cristiani e fuggì allo Sperone.

Tertullo fece arrestare la moglie di lui per conoscere il luogo del nascondiglio del marito.

Invano; Epifania tacque e non cedette alle losche brame del tiranno. La fece uccidere lassù dove c'è oggi la Chiesa della Madonna della Catena, tagliandole le mammelle come a Sant'Agata.

Il corpo di Santa Epifana fu raccolto da Tecla e riposto nei Sepolcri dei Tre Fratelli.


La fine di Tertullo e Santa Eutalia martire

Era il giorno 14 luglio del 257 d. C. Tertullo uscì a cavallo insieme ai suoi Consiglieri per arrestare Alessandro.

Le spie lo avevano avvertito che Alessandro trovavasi nel monte Pancali (l'antico vulcano spento). Giunti in una contrada detta Cillepi inseguirono una belva e tutti insieme caddero in una vallata, dove furono divorati dai lupi allora numerosi ovunque. I1 luogo si chiama tuttora la "Valle di Tertullo".

Alla ferale notizia prese il comando della Città il Capo dei Sacerdoti di Cerere: Serviliano.

Egli odiava la madre e la sorella (Eutropia ed Eutalia) per la loro fede in Cristo.

Nella piazza tagliò la testa alla sorella Eutalia di sua mano, ma accecò sul posto e morì subito.

Il corpo di Santa Eutalia fu portato nella Cripta dei Santi dalla madre, dal fidanzato di lei, da Tecla e da Giustina. (Vedere il quadro nella Chiesa Madre alla destra della porta laterale in Via Garibaldi).


Samuele ebreo

Da diversi anni il Rabbino ebreo a Leontini giaceva abbandonato e soccorso dalla moglie e dai sette figli perché affetto dalla lebbra.

Santa Eutropia lo presentò dinanzi al Sepolcro dei Santi e fu guarito. (Vedere la volta della Chiesa Madre)

NB. - Santa Tecla in un clima di distensione religiosa costruì tre Chiese a Leontini. Una sul Sepolcro dei Martiri ove oggi vi è la Chiesa ex Cattedrale; una a San Giuliano dove seppellì la madre Santa Isidora e la zia Santa Neofita e i 20 soldati martiri; una nella contrada di Santa Maria la Cava.

Dopo ottenne il Vescovado a Leontini che durò sino al nono secolo.

Il primo Vescovo fu Alessandro, l'ex Ministro di Tertullo che prese il nome di Neofito.

Il Vescovado durò a Leontini sino al nono secolo e cessò per la fuga dell'ultimo Vescovo di nome Costantino che si rifugiò a Fragalà nell'Etna in un convento di Basiliani portando seco le Reliquie dei Martiri di Lentini per salvarle dalle invasioni dei Saraceni.

In due periodi furono spartite a Fragalà le Reliquie tra i monaci e i Longobardi, i quali fondarono il paese di San Fratello (San Filadelfo). A Messina furono donati i teschi dei Tre Santi Fratelli ove ancora sono custoditi nella Chiesa del Santissimo Salvatore.

Nel 1517 un gruppo di animosi uomini di Leontini, armati e a cavallo ottennero e riportarono a Lentini le Reliquie fra cui si trova e si conserva IL CUORE di Sant'Alfio.


Il culto alla Madonna a Lentini

A Leontini il culto della Madonna col titolo di MADRE di DIO è stato riconosciuto prima della proclamazione nel Concilio Efesino del 431:

"Leontina Ecclesia Prima Deiparae Natalitia Dedit Ante Concilii Ephesini Institutionem"

(così si legge scritto sull'Arco della Navata centrale nella Chiesa Madre di Sant'Alfio).

I1 Prof. Ciancio Salvatore (Archeologo) ha scoperto nel vano catacombale della Chiesa di S. Alfio un affresco con la Madonna: Mater Domini - un altro sul Colle Tirone.


Il culto dei Santi Martiri di Lentini
nel mondo

Oltre che a Lentini, luogo del martirio, è presente a Vaste, Poggiardo nelle Puglie, luogo natale dei Tre Fratelli; a Trecastagni ove furono di passaggio; a Sant'Alfio Etneo (Mascali); a Catania dove stettero una notte nel carcere dei Minoritelli, di fronte all'Ospedale Santa Marta; a Carlentini; a Roma e in America ad Omaha - Nebraska, dove esiste una parrocchia dedicata a S. Alfio.

A Roma vi è un altare dedicato ai SS- Alfio, Filadelfo e Cirino, in una Chiesa accanto a quella di S. Filippo Neri a Piazza Pantaleoni.

L'attuale ex Cattedrale di Lentini fù costruita dopo il terremoto del 1693, come tutte le altre Chiese e Conventi e quadri, perché distrutti dal terremoto.

L'Architetto e decoratore della Chiesa, Madre fu uno degli undici fratelli Vella di Malta.

È di stile barocco a tre navate.

Nel frontespizio al centro porta un medaglione che si attribuisce alla figura del Duca di Camastra, allora Viceré di Sicilia e benefattore della fabbrica, oltre ai Domenicani, ai terrieri di Lentini e al popolo che vi lavorò gratuitamente.

Importante e il Sepolcro della navata sinistra di tutti i Martiri di Lentini. E importante il Carcere detto la "Grotta dei Santi" sotto il Palazzo del Preside, andato questo palazzo distrutto.

La grotta dei Santi e stata restaurata nel 1963.

Importante e la Chiesa della Fontana che fu il luogo del martirio e dove c'è un pozzo, ovvero una fontana di acqua sempre viva dove fu buttata la lingua di S. Alfio e tale acqua bevuta per devozione.


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